Manifesto

Manifesto

Manifesto della SIDA 

La Scuola Italiana di Agopuntura (S.I.d.A.) nasce con l'obiettivo di mettere insieme le esperienze cuturali delle varie scuole di agopuntura e la lettura dei testi antichi della medicina cinese alla luce della interpretazione classica taoista di tradizione orale trasmessaci dal monaco prof. Jeffrey Yuen. Tutto ciò, seguito da una costante e minuziosa verifica clinica, ci ha invogliato a produrre schemi di trattamento facilmente riproducibili che, allontanandoci da protocolli immobili, lasciano integra la capacità di valutare l'atmosfera unica di ciascun paziente e, proprio perchè comprensibili, rendono reale la libertà del medico di interpretare coscientemente la possibilità di cura.

Il modello proposto dalla S.I.d.A. parte da:
Medicina classica taoista con le scuole della terra e della ginecologia
Scuola francese di agopuntura dell'A.F.A.: Dr. Kespi. Dr. Andrès.
Medicina tradizionale cinese
Medicina tradizionale riferitaci dal Dr. N. Van Nghi
Rilettura dei testi antichi in particolare Ling Shu, So Wen e Zhēnjiŭ Jiayi jing.

La S.I.d.A. realizza la propria attività didattica attraverso gli incontri di fisiologia, patologia e clinica che si tengono nelle varie associazioni italiane. Qui vengono spiegati i fondamenti interpretativi del modello della scuola applicato alla pratica clinica. L'aspetto formativo degli incontri si sviluppa poi con la discussione di casi clinici esposti in questo blog per un confronto di opinioni e di chiarimenti aperto a tutti.
Il respiro culturale tra gli autori e i partecipanti alla discussione, crea uno scambio in continuo movimento che permette di far fluire le informazioni come accadeva tra l'imperatore Giallo e il medico Qi Bo.

E' questo respiro che anima e dà vita alla scuola.

Il coordinatore S.I.d.A
Dr. Dante De Berardinis

Per spiegare tutto quello che stiamo costruendo con la SIDA preferisco raccontare una favola.
Favola che potete  raccontare  anche ai vostri bambini.

La regina e i cercatori d'oro
C'era una volta in un luogo non tanto lontano, una terra chiamata “terra del centro”, dove si ergeva verso il cielo una montagna altissima;  tutti dicevano che fosse piena d’oro. I cercatori arrivavano da ogni angolo del mondo inseguendo il sogno di quell’immensa ricchezza che sembrava facile da ottenere. Ma il lavoro era faticoso e difficile; la pietra era molto dura e la montagna nascondeva segretamente i filoni giusti: sembrava impenetrabile.
Qualcuno di loro, con grandi sacrifici, riusciva a trovare qualche pepita, che però non serviva a cambiare la loro  vita di stenti.
Un giorno passò di lì la regina di quella terra e vide che tutti scavavano senza ricavarne il necessario per vivere.
Notò anche che ognuno teneva per sé le poche pepite trovate, scavando da solo  in luoghi segreti della montagna.
La regina propose di mettere insieme i loro risparmi e acquistare mezzi meccanici per estrarre il prezioso minerale,  così  avrebbero potuto guadagnare di più dividendo il bottino.

Emanò un editto reale che diceva: “Tutti i cercatori sono chiamati a partecipare a un’impresa comune di scavo, che permetterà ad ognuno l’accesso alle ricchezze della montagna”. Dodici cercatori tra i molti risposero all’appello, e insieme a loro la regina organizzò una poderosa impresa mineraria, grazie alla quale  i cercatori riuscivano a trovare quantità enormi, gigantesche d’oro.

Col passare del tempo sempre più ricercatori arrivarono anche da molto lontano per collaborare al lavoro.

La regina, però, si accorse che spesso ai minatori capitava di estrarre delle pepite che sembravano d’oro, ma che invece erano false. “Non è tutt’oro quello che luccica”. Allora chiamò a corte un’esperta, la famosa  “Maestra orafa” per insegnare a tutti come riconoscere il vero oro dal falso.

La maestra orafa era una donna  che viveva ai piedi  della montagna, era molto famosa, ma quasi nessuno conosceva le sue grandi doti. La maestra  era ormai anziana e viveva con le sue figlie: una legittima, la maggiore, e due gemelle bastarde avute chissà quando, chissà da chi.

La prima si chiamava Realtà, le altre due gemelle si chiamavano una Fantasia e l’altra Razionalità.

La saggia donna affidò alla figlia maggiore il compito di spiegare ai cercatori tutti i trucchi per riconoscere quali pepite erano vere e quali false, e a poco a poco Realtà riuscì ad insegnare loro come fare. Non era facile il suo lavoro: spesso le due gemelle illegittime arrivavano, ora una, ora l’altra, a portare scompiglio, a confondere le carte e portare i cercatori fuori strada.

Ogni tanto uno dei cercatori finiva per seguire la sorella sbagliata: trovava delle pepite enormi e luccicanti, correva a venderle, ma una delusione lo aspettava: niente da fare, erano sempre false. Solo i cercatori che rimanevano fedeli a Realtà riuscivano immancabilmente a trovare oro di elevata qualità.

Sotto la guida della regina che continuava a organizzare il lavoro, la ricerca si faceva sempre più fruttuosa; a poco a poco sempre più cercatori divenivano esperti nell’estrazione e così l’impresa prosperava sempre di più.

Tutto l’oro estratto  era conservato dalla regina in un forziere magico: chiunque poteva prendere tutto l’oro che gli sarebbe servito, senza che il livello del tesoro scendesse mai.

Un giorno la regina volle fare una prova ulteriore: emanò un nuovo editto per chiamare a sé  nuovi  cercatori, cercando tra i più esperti. Voleva capire se il suo metodo potesse essere portato anche fuori dal suo regno. Si presentarono in tre e la regina  affidò loro dieci pepite ciascuno per iniziare a lavorare, spiegando cosa fare e come usare gli strumenti. Poi disse -Tra tre anni potrete unire al nostro tesoro anche le vostre pepite e di conseguenza, da quel momento, avrete la possibilità di usare tutto l’oro di cui avrete bisogno.

Dopo tre anni, i cercatori tornarono:

  • ·      Il primo aveva lasciato le pepite chiuse in una buca, senza usarle, senza farne niente. Era tornato ad aprire la buca dopo tre anni, e quell’oro era tutto rovinato, aveva perso la sua lucentezza: stare al chiuso lo aveva corroso e reso inutilizzabile. Deluso e arrabbiato se ne tornò da dove era venuto.
  • ·      Il secondo aveva trasformato le sue dieci pepite in cento. Le mise nel tesoro comune, ed effettivamente, come la regina gli aveva promesso, da quel momento poté continuare a prendere pepite senza che il tesoro diminuisse il suo valore. Entusiasta, continuava a scavare, mettere pepite nel tesoro, e riceveva sempre più di quello che metteva.
  • ·      Il terzo tornò con mille pepite! Era così orgoglioso, così orgoglioso di sé che quando la Regina lo invitò a metterle nel tesoro comune, disse: “No, mi dispiace, questo è il frutto del mio lavoro, e lo voglio tenere per me”. “Ma lo vedrai aumentare!” , disse la Regina, sorridendo. Ma lui non riusciva a fidarsi, disse di non essere interessato e se ne andò. Ma in poco tempo, quella che sembrava una fortuna si andò esaurendo e il cercatore finì i suoi giorni malato di solitudine e povero in canna.

 

La regina continuò per molto tempo  a sostenere e organizzare il lavoro di estrazione e raccolta; grazie alla fiducia instaurata con i minatori, le cose continuarono sempre a migliorare , anche grazie ai loro consigli.

Mancava un ultimo passo.

La regina decise che il tesoro accumulato doveva essere utilizzato per curare le persone del regno, per vincere le malattie del corpo e dell'anima.

Tutti vissero a lungo felici e contenti  

Personaggi ed interpreti:

  • La regina = SIDA
  • La terra del centro = luogo di incontro culturale dalle  6 direzioni
  • Minatori = agopuntori
  • Montagna = testi classici
  • Ruspe, camion = Jeffrey Yuen, Kespi, N. Van Nghi, Andrés, e altri
  • Oro = la conoscenza in agopuntura
  • Il forziere = la conoscenza accumulata che è a disposizione di tutti 
  • I tre nuovi minatori=  sono le tre tipologie degli studenti SIDA
  • Maestra orafa = la clinica
  • Realtà = la capacità di  giudicare i risultati clinici  in maniera oggettiva.
  • Fantasia = mistificazione della realtà con esoterismo, magia, cabala, religioni, ecc.
  • Razionalità = mistificazione della realtà con elucubrazioni mentali, pregiudizi, ecc.

 

 

 

 

ASSOCIAZIONE CULTURALE “SIDA BAI HUI”

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